Se il corpo esiste, come nelle foto artistiche di Batsceba Hardy, Donatella D’Angelo e Josè Lasheras riuniti qui a testimoniare un’idea creativa e il processo di realizzazione, ha anche un interno. E l’immaginazione fotografica può coglierlo, meglio del tratto di disegno o del dipinto.
La foto brucia l’istante come una radiografia e come un’architettura sovrappone i piani, mentre poeticamente dice qualcos’altro rispetto al reale. È il potenziale del corpo, la sua trasparente immanenza, che salga una scala, riposi sul letto o diventi fibra vegetale, come alcune di queste pose suggeriscono e fissano pienamente per l’osservatore.
Questo modo di entrare nel corpo vivo con la percezione, lasciandolo fluttuare, inseguendolo, raddoppiandolo, perfino appendendolo, ha il ritmo del rito, quasi che tutt’e tre gli artisti si fossero posti il problema di ri-sacralizzare quel che la società attuale ha irrimediabilmente banalizzato, quindi reso di serie, intercambiabile, esteriorizzato nel nulla: il corpo della pubblicità femminile o delle modelle.
Qui notiamo anche il corpo maschile, compagno presente in alcuni scatti diventa controparte di una relazione più profonda, eseguita in modo consapevole, politico. Quando è solo il femminile a parlarci, si anima, danza, si duplica, in un moto di potenziamento e ri-posizionamento. Voglio dire che mai il corpo è visto per quel che è. Quindi non può neanche essere usato, e così mi sembra indicato un percorso di non strumentalizzazione: le due fotografe, Donatella e Batsceba, e il fotografo Josè, diventano anche modelli di se stessi per non farsi rapire, quasi trattenendo la propria immagine per una ripulsa della serializzazione meccanica, verso la spiritualizzazione di sé, un sé totale.
Qualcosa succede anche nei colori di Batsceba e nelle penombre di Donatella e Josè: il colore riveste e svela la trama del corpo. La penombra fa risaltare le forme, dialoga con esse. La padronanza tecnica ha un’importanza ragguardevole per l’ottenimento di questi risultati. Lo stesso desiderio di lavorare in modo non convenzionale, attraverso sapienti preparazioni dello scatto e digitalizzazioni, dice che siamo di fronte all’immagine del corpo contemporaneo, ma estratto dal consumo, ricreato e esibito nell’unica forma cui oggi possiamo aderire: il corpo complesso, espressionista, surreale, cubista.
Perciò queste immagini rendono anche omaggio alle avanguardie e allo sguardo significante che introdussero nel secolo scorso e da allora continua a vibrare. Batsceba, Donatella e Josè hanno ripreso questo filo, nel loro richiamo al corpo-dell’arte.
Quanto emerge dalla dialettica di corpo-anima, corpo-ambiente, corpo-spettatore. Sentimento interiore al femminile e (talvolta) al maschile. Provocazione ideale più che sensuale. Promozione di una cultura avvolgente, consapevole.
Roberto Agostini
Batsceba Hardy
Donatella D’Angelo&Josè Lasheras
“La poetica del corpo & Il corpo poetico”
Festival delle arti 2013 – Sacca Fisola e Giudecca, Venezia
Venerdì 13, sabato 14, domenica 15 settembre 2013
circolo R. Nardi, Giudecca (VE), Calle dei Spini 432
http://www.circolonardi.it/chisiamo.html
Venerdì 13 – ore 15.00
Inaugurazione mostra fotografica di Donatella D’Angelo/Josè Lasheras e Batsceba Hardy
Domenica 15 – ore 18.30
Reading poetico maschile con la presenza di Paolo Aldrovandi, Andrea Lucheroni,
Sebastiano A. Patanè e Antar Marincola, a conclusione dell’evento.
sito: http://www.festivaldelleartigiudecca.org/wordpress/progetto-la-poetica-del-corpo-il-corpo-poetico/